La terra ha una natura malinconica e riflessiva di cui non parla volentieri, ma si arrovella attorno ad una semplice domanda: “Quanta paura hai del vuoto?”. “Tanta” si risponde da lontano.
Quando incontrò la luce, ne rimase sconcertata, ma non si ritrasse dal vortice.
La avvolse dapprima la nota calda di un giallo pieno e orgoglioso, mescolato un po’ alla buona. Seguì l’abbraccio avido e cupo tipico di certi rossi. Sprofondò nel nero secco dentro cui poté urlare senza vergogna tutta la solitudine dell’esistenza.
Chiuse gli occhi e si ritrovò al culmine del piacere con i soli chiaroscuri.
Ne conseguì un’opera inebriante e insensata, figlia di un eccesso di rollio.
Microstoria #10
Chiudere gli occhi ritrovandosi al culmine del piacere con i soli chiaroscuri… deve essere stupendo…
Io non disdegno nemmeno l’abbraccio avido e cupo di certi rossi…
basta che ne consegua comunque un’opera inebriante e insensata.
ovviamente… prima però dovrai passare attraverso l’eccesso di rollio.
…ma avete mescolato alla buona la nota calda del giallo? Parte tutto da lì! 🙂
Infatti, è proprio da lì che parte la vertigine 🙂